La chirurgia mini-invasiva è un tipo di chirurgia che utilizza strumenti progettati per ridurre le dimensioni delle incisioni cutanee e ridurre al minimo i danni ai tessuti del corpo.
La chirurgia mini-invasiva prevede l’uso di un’ “ottica“, un’apposita telecamera che consente ai chirurghi di guardare all’interno del corpo senza aprirlo completamente.
Esistono diversi tipi di ottiche, ma funzionano tutte allo stesso modo. Sono costituite da una minuscola telecamera posizionata su da un tubo lungo e sottile e da una fonte luminosa. La videocamera cattura le immagini dell’interno del corpo e le invia a uno schermo TV. Il chirurgo esegue una piccola incisione sufficientemente grande per introdurre l’ottica (5-10 mm). Attraverso altre 2 o più incisioni ( 3-5-10 o 12 mm) è possibile inserire degli strumenti sottili (pinze, forbici, aspiratori, bisturi, strumenti di cucitura, ecc.) che il chirurgo può controllare dall’esterno del corpo. Mentre osserva l’immagine ingrandita sullo schermo, il chirurgo utilizza questi strumenti per eseguire interventi talvolta anche molto complessi.
Quali sono le diverse applicazioni della chirurgia mini-invasiva?
Esistono molte applicazioni diverse a seconda del distretto corporeo interessato. Il Dott. Paolo Boati è specializzato in laparoscopia.
I loro nomi si basano sulle parti del corpo coinvolte e anche le ottiche utilizzate per i diversi tipi di chirurgia sono chiamate in questo modo:
● I toracoscopi sono utilizzati nel torace per la “chirurgia toracoscopica“. Questo tipo di intervento chirurgico può essere utilizzato per rimuovere pezzi di polmone o per eseguire alcuni tipi di interventi al cuore.
● I laparoscopi vengono utilizzati nell’addome per la “chirurgia laparoscopica“. (“Lapara” è il nome greco per l’addome). Questo tipo di intervento chirurgico può essere utilizzato per rimuovere la cistifellea, l’appendice, l’intestino o l’utero o per eseguire molte altre procedure intraddominali.
● Gli isteroscopi vengono utilizzati nell’utero e nella vagina per la “chirurgia isteroscopica“. Questo tipo di intervento chirurgico viene utilizzato per eseguire procedure diagnostiche, bioptiche o operative sull’utero e la vagina.
● Gli artroscopi vengono utilizzati all’interno delle articolazioni per la “chirurgia artroscopica“. Questo tipo di intervento chirurgico può essere utilizzato per riparare o ricostruire articolazioni del ginocchio, della spalla e dell’anca.
● Gli endoscopi passano attraverso la gola e l’esofago, lo stomaco o l’intestino. (“Endo” è greco per dentro) La maggior parte delle volte questi ambiti vengono usati solo per ispezionare quelle parti del corpo. Altre volte vengono utilizzati per eseguire delle biopsie o delle procedure emostatiche o per posizionare delle protesi.
● I colonscopi risalgono il retto e raggiungono l’intestino crasso o il colon. Sono simili agli endoscopi.
Che differenze ci sono tra la chirurgia mini-invasiva è la chirurgia tradizionale?
In laparoscopia viene eseguita la stessa procedura della chirurgia tradizionale aperta ma con strumenti diversi e senza aprire completamente l’addome.
In generale – ma non sempre – i pazienti sottoposti a chirurgia mininvasiva hanno un decorso post operatorio migliore, hanno una più rapida ripresa delle attività quotidiane e un miglior controllo del dolore, le ferite sono più piccole e tendono ad infettarsi di meno.
Non esistono solo vantaggi ma, come ogni tecnica, sono previsti anche svantaggi e tra questi, in alcune situazioni, l’aumento dei tempi di intervento espone il paziente ad una maggiore quantità di farmaci anestetici, tuttavia le tecniche e l’esperienza tendono a ridurre questo gap.
E’ importante affidarsi ad un chirurgo laparoscopista esperto, quale il Dott. Paolo Boati, che sin dall’inizio del suo percorso di formazione in chirurgia si è dedicato alla laparoscopia.
I pazienti possono sempre scegliere di sottoporsi ad un intervento di chirurgia mini-invasiva?
No. Attualmente sono molteplici le procedure che possono essere eseguite attraverso un approccio minimamente invasivo ma devono essere concordate e proposte dal chirurgo alla luce della patologia di base, delle comorbidità e dalle condizioni generali del paziente.
Gravi stati di shock emodinamico o settico, tumori voluminosi, ma anche gravi cardiopatie o severe patologie respiratorie controindicano l’utilizzo delle tecniche mini-invasive,
Il paziente, esaustivamente informato deve condividere con il chirurgo la strategia, i rischi, i benefici ed i risultati attesi dall’intervento.
Iniziare un intervento chirurgico minimamente invasivo non è sinonimo di terminarlo con la stessa tecnica. A volte il chirurgo durante l’intervento ha la necessità di interrompere la laparoscopia e ricorrere ad un’incisione tradizionale a cielo aperto, non perchè abbia sbagliato ma perchè potrebbe essersi verificata una delle seguenti situazioni:
● Il chirurgo all’esplorazione della cavità addominale ha trovato qualcosa di inaspettato o non preventivato
● Il chirurgo non è riuscito a vedere abbastanza bene o non è riuscito a trattare efficacemente l’organo su cui stava operando
● Si è verificato un sanguinamento che non è stato possibile controllare con un approccio minimamente invasivo
La cosa importante da ricordare è che se un chirurgo passa alla chirurgia aperta, è per proteggere la sicurezza del paziente.
L’incremento nell’utilizzo in questi ultimi anni delle tecniche mininvasive e i benefici che ne conseguono per il paziente sono riconosciuti a livello internazionale, tanto che per alcuni interventi, come ad esempio la colecistectomia e l’appendicectomia, la tecnica laparoscopica è divenuta il gold standard.
Richiedi una visita specialistica con il Dott. Paolo Boati per scoprire quali interventi sono estremamente vantaggiosi se eseguiti in laparoscopia con tecnica mininvasiva.