Una ragade anale è una vera e propria ferita o “taglietto” a livello della mucosa anale.
La ragade come riflesso spontaneo causa un’ulteriore contrazione dell’apparato sfinterico anale che, riducendo il flusso di sangue nella zona interessata, limita i processi di guarigione e provoca dolore.
La ragade è definita acuta se è presente da meno di sei settimane, mentre se persiste per periodi più lunghi si definisce cronica.
Non ci sono stime attendibili sulla prevalenza delle ragadi anali nella popolazione generale; alcuni studi suggeriscono che fino ad una persona su cinque nell’arco della vita possa soffrirne.
SINTOMI
I pazienti affetti da ragade anale possono notare come primi sintomi dei saltuari episodi di sanguinamento e di dolore/bruciore anale che si accentuano con l’atto defecatorio.
Una volta che si è formata la ragade, il sanguinamento ed il dolore si manifestano dopo ogni deposizione di feci.
Il dolore anale può essere intenso e durare diversi minuti o ore.
Il sanguinamento, caratteristicamente di colore rosso vivo, è di solito di modesta quantità e provoca una striatura ematica delle feci.
Alcuni pazienti lamentano anche prurito o irritazione della cute intorno all’ano.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
Le ragadi anali sono generalmente conseguenza di un traumatismo del canale anale, che lo distende in maniera anomala e lo lacera in parte.
La causa principale si riscontra nel difficoltoso passaggio di feci disidratate e di grandi dimensioni, tipico dei pazienti stitici, o al traumatismo legato a lunghi periodi di diarrea dove il canale anale è messo sotto continuo sforzo.
Meno comunemente, le ragadi sono causate dall’inserimento di corpi estranei o da rapporti anali. Le ragadi anali possono anche verificarsi in pazienti che hanno altre condizioni mediche quali la malattia di Crohn (una malattia infiammatoria cronica dell’intestino).
DIAGNOSI
Le ragadi anali possono il più delle volte essere diagnosticate da un bravo coloproctologo sulla base dei sintomi sopra descritti e sull’esame obiettivo.
La visita prevede la separazione delicata dei glutei, consentendo l’ispezione visiva della regione intorno all’ano. Un “taglietto”, la ragade, appare in fase di ponzamento più comunemente nella regione anteriore o posteriore dell’ano.
L’esame rettale (inserimento di un dito guantato nell’ano) ed un’anoscopia (inserimento di un piccolo strumento per visualizzare il canale anale) confermeranno la diagnosi iniziale.
Questi esami, dilatando il canale anale, possono non essere eseguibili durante la prima visita a causa del vivo dolore provocato dalla ragade stessa. Impostata una prima terapia medica sulla diagnosi presunta di ragade, sarà necessaria un’ulteriore valutazione proctologica di controllo a distanza di un mese circa.
Se la diagnosi resta incerta, si raccomanda una colonscopia, soprattutto se si è verificato sanguinamento rettale per escludere eventuali altre fonti di sanguinamento.
TRATTAMENTO
I trattamenti medici e chirurgici hanno l’obiettivo di ridurre lo spasmo del muscolo sfintere interno, portando al sollievo dal dolore e alla guarigione della ragade anale.
Il trattamento iniziale è medico e ha lo scopo di eliminare la costipazione, ammorbidire le feci e ridurre lo spasmo dello sfintere anale.
Il tasso di guarigione con terapia medica è difficilmente standardizzabile e in letteratura va dal 60 al 90%.
Alcuni pazienti possono non guarire o sviluppare delle recidive frequenti, in questi casi è indicato un trattamento chirurgico.
Esistono diversi approcci per ridurre lo spasmo dello sfintere anale:
Dieta a base di fibre – La stipsi e l’evacuazione difficoltosa di feci dure e disidratate è una delle principali cause di formazione della ragade. L’aumento delle fibre nella dieta è uno dei modi migliori per ammorbidire le feci. Il maggior apporto di fibre si ritrova nella frutta e nella verdura.
Integratori di fibre – Questi prodotti agiscono assorbendo acqua e aumentando la massa delle feci, il che migliora la regolarità dell’alvo ed ammorbidisce le feci.
Sono disponibili in commercio integratori quali psillio (es. Psyllogel), destrina di grano (es. Benefibra) e policarbonato di calcio.
Lassativi – Sono disponibili una grande varietà di farmaci (es. PolietilEnGlicole, lattulosio, glicerina, ecc) e prodotti naturali per il trattamento della costipazione.
Pomate con Nifedipina topica (es. Antrolin) e Nitroglicerina topica (es. Rectogesic) –
La nifedipina topica agisce riducendo la pressione interna dello sfintere interno, applicata da 2 a 4 volte al giorno a livello anale da buoni risultati con pochi effetti collaterali.
La nitroglicerina provoca anch’essa una riduzione della pressione dello sfintere anale interno. E’ sufficiente applicare l’unguento intorno all’ano due volte al giorno. Gli effetti collaterali della nitroglicerina sono maggiori e possono includere mal di testa e bassa pressione sanguigna. Il mal di testa è generalmente lieve, dura meno di 30 minuti e si risolve dopo due settimane di utilizzo della nitroglicerina. Le vertigini sono un altro possibile effetto collaterale; i pazienti devono sedersi o sdraiarsi per applicare l’unguento e dovrebbero sedersi o alzarsi lentamente.
Coadiuvanti nella cicatrizzazione (es. Levorag, Actirag, Mioxyrag) – In formula di microclismi aiutano la riparazione dell’epitelio della mucosa, riducono il bruciore ed il prurito.
Farmaci analgesici – Per controllare il dolore durante le fasi acute della malattia
Dilatatori anali – Sono dei “conetti” di calibro crescente che una volta riscaldati e lubrificati devono essere mantenuti in posizione endoanale per 4-5 minuti. L’inserimento di calibri crescenti consente una dilatazione meccanica dell’apparato sfinterico favorendo la guarigione della ragade.
Chirurgia – Le procedure chirurgiche sono generalmente riservate alle persone con sintomi che persistono nonostante la terapia medica da oltre tre mesi. La procedura di scelta è chiamata sfinterotomia interna laterale e consiste nel sacrificare, sezionando, alcune fibre di muscolo sfintere anale interno per consentire un’adeguata dilatazione dello stesso.
In mano ad un coloproctologo esperto, quale il Dott. Paolo Boati è possibile calibrare correttamente l’estensione della sfinterotomia riducendo al minimo il rischio di incontinenza.
Durante l’intervento è possibile inoltre eseguire un prelievo bioptico dei margini della ragade per escludere qualsiasi tipo di malignità.
L’intervento viene eseguito in regime di Day surgery con dimissione del paziente il giorno stesso dell’intervento.
Il dolore da sfinterotomia è di solito lieve ed è spesso inferiore al dolore della ragade stessa. I pazienti il più delle volte ritornano alla normale attività entro 4-5 giorni.
PREVENZIONE
Nonostante non sia possibile effettuare una vera e propria prevenzione, sicuramente ci sono dei comportamenti che si possono adottare per limitare l’insorgenza e gli eventuali sintomi della ragade anale come:
- seguire una dieta ricca di fibre,
- evitare cibi irritanti,
- bere molta acqua e concedersi almeno trenta minuti di passeggiata al giorno.